mercoledì 13 aprile 2011

Berlusconi rende liberi

«C'è un topo in cucina. Finirà che morirà se non l'ammazzo». Dice così il vecchio cieco di Finale di partita di Samuel Beckett, impartendo l'ennesima lezione di vita al servo Clov, di cui è infine dipendente. «Ho pagato Ruby per evitare che si prostituisse», dice Silvio Berlusconi, autore e interprete delle sue operette. Ha una sua logica: assumere il potere sugli altri significa sottrarli al mondo marcio e cattivo, dove regna il caos. Il motto “Il lavoro rende liberi” era affisso all'entrata del lager, non all'uscita.

Verrebbe da aggiungere che Berlusconi ha pagato Fede per evitare che facesse il giornalista. E Gasparri il politico. E Frattini il ministro. E così via.

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