mercoledì 13 aprile 2011

La pagina di Milena

Un pomeriggio di alcuni mesi fa mi ha chiamato sul cellulare una preoccupatissima Milena Gabanelli. «Sono Milena Gabanelli». Ho pensato che fosse vero dalla voce. La voce di Report non si confonde. «So che tu sei un esperto di Facebook». No, non sono un esperto di nulla. Ma ci sono cose dove si può fingere esperienza. Facebook è una di quelle. «Qualcuno ha aperto una pagina a mio nome, senza il mio permesso». Il tono si faceva duro, severo. Tanto che per un secondo ho avuto il timore di essere io, il colpevole. «E ora arrivano sulla bacheca di moltissime persone testi a mio nome, documenti e foto che io non ho mai autorizzato».
Avevano semplicemente aperto una pagina pubblica, di quelle dedicate ai personaggi noti, e invitato gli utenti a diventarne fan. «Non mi interessa, io voglio che quella pagina venga chiusa».

Vedendo la puntata di Report dell'altra sera, dedicata appunto a Facebook, mi è tornata in mente questa telefonata. Temo che le critiche mosse al social network da Gabanelli, il tono millenarista e dietrologico con cui ha confezionato l'inchiesta, nasca da lì, da quell'imperdonabile “abuso”, dall'apertura di una pagina che portava scritto nel titolo: «questa è la bacheca dei fan di Milena Gabanelli, la migliore giornalista della televisione italiana».

4 commenti:

  1. Leggo questo interessante post. Ma perchè mai uno dovrebbe autorizzare una pagina a nome suo creata da altri?

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  2. È quello che le dissi. In fondo era un omaggio, nulla più.

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  3. No, forse non ci siamo capiti... io intendo dire che il vero problema di Facebook e di tutti quei sociali network che si alimentano di user generated content è l'ambiguità di chi invia il messaggio e di che messaggio invia. La Gabbanelli, pur essendo un personaggio pubblico, in fondo ha tutto il diritto di non vedere una pagina che non è emanzione dei suoi pensieri: è una giornalista d'inchiesta, il suo è un lavoro delicato, che magari qualche cretino potrebbe manipolare.. . Comunque grazie per aver portato alla luce questo interessante retroscena

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  4. Per me nessuno manipolava nulla. Se io faccio una pagina fan non emano nulla, se non un gruppo che si riconosce nell'essere fan di Gabanelli. Può essere anche Dio, e in quanto personaggio pubblico si espone a fan(atici). I quali, se si muovono entro le regole, hanno tutto il diritto di aprire pagine fan e conversare tra di loro. A Gabanelli sfuggiva questa "usanza" sociale.

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