venerdì 16 dicembre 2011
Napolitano, daddy pop
Non c'è luogo, salotto, vagone, negozio, circolo, sito, trattoria, redazione, confessionale in cui non si sia detto nelle ultime settimane, alzando il mento come a dar solennità: certo che il Giorgio l'è stato proprio bravo a 'sto giro... in due mosse ha spiazzato tutti e finalmente ha fatto… – pausa da cerimoniale, occhio sgranato verso una linea immaginaria con gli astanti in partecipata attesa – …politica.
Giorgio "The King" Napolitano, dicono i fan in forma di sceneggiatura, ha cacciato Berlusconi, ha salvato l'Italia dal baratro e ha ristabilito il decoro. Tre atti, come in un plot perfetto. Un Harry Potter targato Inps, occhialuto e dal passo british, ha dato spessore al motto più "migliorista" dei due mondi: primum vivere deinde philosophari. Con inclemenza e un senso assoluto delle procedure, sir Giorgio, il più regale dei comunisti italiani, il meno velleitario, il più pragmatico e poliglotta del Bottegone, non solo ha suscitato nuova speme nella borghesia italiana, affilando l’accetta dell'emergenza, ma si è guadagnato il podio del politico più popolare.
mercoledì 14 dicembre 2011
Viva i soldi!
In questi giorni di addobbaggio massivo di natalizio spirito, mi sono ricordato di fratello Caravaggio. Il suo volto stropicciato dalla gastrite, come ricorderete, campeggiava sul lato buono delle centomilalire. Dieci anni sono trascorsi da quegli occhi tondi e disincantati, testimoni di passaggi in cassa e acquisti festivi. Senza cambiar d'espressione, il più talentuoso dei pittori si abbandonava in altrui mani – «se vedemio, compare» – lasciandoci in dote altre facce, di ben più basso lignaggio: la materna Montessori, per esempio (lire 1000), o le 5mila del puntuto Bellini. Non è amarcord, questo. Chissene della lira. Ma visti da qui, quei volti miniaturizzati, non erano, di vile pecunia, semplici testimonial, ma portavoce in filigrana di un legame tra le persone e la carta moneta, tra il lavoro e il denaro prodotto, tra le antiche arti e le progressive sorti. Era l'economia. E le centomila avevano gli occhi di un genio omicida.
Pd, il tecno-segretario e quella voglia di congresso…
Beccatevi la citazione: «L'aspetto totalizzante della tecnica va a costituire l'orizzonte ontologico entro cui qualsiasi azione, anche rivolta contro la tecnica, non può mai porsi comunque del tutto al di fuori di essa» (Emanuele Severino). Insomma, di fronte al governo Monti, l'umano Bersani non può nulla. Nulla sul fronte interno – del partito può solo limitarsi ad amministrarne l'attitudine al correntismo, e nulla su quello esterno: revocare l'appoggio all'esecutivo? Ma siam pazzi? Una sola battuta in commedia, dunque, gli è concessa: «Il Pd è unito». Ripetuto allo sfinimento, suo e degli astanti.
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