«E mo'? Che famo? Questi ammazzeno sul serio, mica pe' ride. No, dico, questi te pijano cor trucco daa rota bucata e te fanno fuori co' 9 pistolettate. Magari solo perché hai pestato er piede a quarcuno, anni addietro. A un cravattaro, 'no spacciatore, a n'amico de n'amico. Va a capì. Eppoi dicono, occhio quanno giri pe' San Lorenzo, Tor Pignatta, o lì, a San Basilio. Macché, questi spareno a Prati, er quartiere de quelli co li sordi. Boh, per me è 'n casino vero. Cioè, vojo dì, me pare 'na cosa seria».
Sì, probabilmente è una cosa seria, o per meglio dire: ora si comincia a vedere che la cosa è seria.
domenica 17 luglio 2011
giovedì 7 luglio 2011
Il gossip è morto
Il gossip è morto. Dopo mesi dominati dalla politica dell’origlio e dall’esercizio quotidiano dello spioncino, il gossip è morto. Falcidiato dalle folte truppe di tessitori di lettere scarlatte, il gossip è morto. Schiacciato dalle vicende pecoreccio giudiziarie di Berlusconi e dalle reazioni uguali e contrarie dei neo puritani associati, il gossip è morto. E questa è l’unica cosa certa, perché se fosse vivo sulle prime pagine dei grandi giornali e siti web non campeggerebbe quel velo di sobrietà che fa tanto poco estate.
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