martedì 21 giugno 2011

Desiati? Stregatelo!

– Luglio, col bene che ti voglio, porta un premio in dono al narrator di Puglia che con un libro tosto, di lingua ricca e schietta, racconta la vicenda di una ragazzetta che dagli scogli e il mare, a seguire il padre, in Svizzera finì. Mimì. E lì, conoscerà un amore e l'inizio di una cosa con un nome, Ternitti, che non bisognava respirare. Poi, donna, con Arianna, tornata giù, fiera e sorprendente, l'intero paese da sopra un tetto finalmente riscattò –. Bene, con questa filastrocca sbilenca noi imbuchiamo nella cassetta del Premio Strega la nostra preferenza: vota Mario, vota Mario Desiati. Ci piace la sua protagonista, l'italiano e il dialetto salentino, le feste sacre e la modernità, il Sud arcaico e un Nord infinito e disperato, la vigliaccheria dei maschi e la forza delle vedove, la loro solitudine. E quel mostro dal nome poco conosciuto: asbestosi. La malattia avvelenata d'amianto che negli anni Sessanta divorò il corpo di centinaia di lavoratori pugliesi saliti a Zurigo senza armi e con pochi bagagli. Porteremmo fortuna a questo 34enne già pluripremiato così come fu per la scorsa edizione con Antonio Pennacchi, che a noi solo dovette la vittoria? Desiati dice no, non sarà così.

venerdì 17 giugno 2011

Vincere!

Stare bene. Dagli altoparlanti della canzone popolare risuona il motto: stare bene. Mangiare sano, pedalare senza tregua, stile-rana-dorso, dar di pilates, intossicarsi di maratone, caldissime saune finlandesi, tisane di ortaggi, ore alla wii balance, roteare il collo ogni dieci mail, smettere di fumare (e infatti: dove è nascosto il sigaro ciancicato di Bersani?).
Il fisico da intellettuale, segaligno, pallido, con le costole in vista e le chiappe depresse ha ceduto il posto al corpo democratico, asciutto, con gli addominali in fila per tre e un colon fichissimo. Dismessa la fregola rivoluzionaria, il buon compagno si è immerso in calendari ginnici, misurazioni cardiache e monitoraggi calorici. Alle scarpe rotte (eppur bisogna andar…) ha preferito quelle in saldo da Decathlon. Il pugno chiuso, se si allarga l'inquadratura, tiene ben stretta l'asta su cui a suon di flessioni si dà un senso ai deltoidi.

lunedì 6 giugno 2011

Se Mazinga avesse salvato Alfredino

Lo scorso 30 maggio i due corsivisti più seguiti d'Italia hanno avuto la stessa impressione: la vittoria di Pisapia nella casa del Biscione ha segnato la fine degli anni Ottanta. Per la cronaca, Michele Serra ha scritto questo:
«Ieri, lunedì 30 maggio 2011, verso le quattro del pomeriggio, sono finiti per sempre gli anni Ottanta italiani, il decennio più lungo della storia del mondo. È finita la politica del cerone e delle facce rifatte, delle convention, delle escort, delle olgettine, degli spot, della tivù dei telegatti e delle cerimonie di corte, dell’edonismo fintoallegro, dell’ignoranza caciarona spacciata per genuinità popolare (ingannando atrocemente il popolo). È finita la fiction». (continua qui)