sabato 20 agosto 2011

Cannibali senza amore

Matej Curko, l'antropofago slovacco ucciso il 10 maggio scorso mentre stava per mantecare un amico, ci ha lasciato ampia documentazione su come friggere un seno. Il taglio, il tipo di padella, i tempi e le spezie. E un ventaglio di contorni a cui attingere. Armin Meiwes, meglio noto come il cannibale di Rotenburg, nel 2007 spiegò all'affamato pubblico televisivo come la carne delle sue vittime avesse «un odore insolito, e tuttavia piacevole, come di maiale. Una volta in bocca risulta molto tenera e saporita nel gusto». L'importante, precisò Meiwes, è aprire le danze con il boccone del re, il pisello. «Va fatto rosolare velocemente nell'olio di oliva con un pestato di aglio e cipolla». Scegliere con cura la provenienza di cotanta ciccia – maschio bianco dai 18 ai 30 anni.

lunedì 1 agosto 2011

La versione di Andrea Marcenaro


Una vestaglia bianca con uno squarcio sul lato coscia. Pantofolato. Due, tre paia di occhiali. Un pacchetto di sigarette nella tasca destra. «Vuoi un caffé?». In cucina, una pila di barattoli di marmellata di prugne. In soggiorno, due mappamondi lignei, enormi. In salotto una parete zeppa di foto di famiglia, da un lato. Disegni delle nipotine, dall’altro. Due sedie scomodissime, al centro. Nello studio, un grande computer bianco e una torre di giornali. Fuori, una palma altissima e canuta. «È morta, andrebbe tagliata». È sabato mattina. C’è sole e tutti al mare. Andrea Marcenaro, invece, deve scrivere una nuova “Andrea’s version”, la rubrica per Il Foglio. Deve scrivere quella cosa che in molti considerano un rap quotidiano, un’overture, un’apnea verso la battuta finale, un tonico, un calcio di rigore, un tuffo da mille metri, un lubrificante per la crisi, una barra di cacao, una sigaretta tabacco e miele, un poker d’assi. «Io giocavo molto a carte. Insieme a Erri De Luca e Lanfranco Pace, veri professionisti». Come una tisana, la rubrica di questo genovese di 60 anni e passa depura da tutte le tossine del ben pensare. «Ma non capisco proprio perché vogliate intervistarmi». Si siede come si sarebbe seduto Barney, quello la cui Versione fece scuola: con una lentezza ben scandita. «Cosa posso dirvi di utile?» Nulla. Questa vuole essere, e sarà, un’intervista totalmente non necessaria. Secondo la migliore delle filosofie.